DOUBLE 3 AL MUSEO: QUANDO ARTE E TECNOLOGIA VIAGGIANO INSIEME

2 Luglio, IL GIORNO

Durante il Covid 19 molte istituzioni artistiche di tutto il mondo sono state costrette a reinventare la propria offerta, sia nei contenuti che nelle modalità di accesso. Hanno lanciato percorsi online di visualizzazioni, tour virtuali, podcast, lezioni di arte, ecc. Alcuni si sono spinti ad esplorare nuovi modi e nuovi mondi nel campo dell’accessibilità remota.

Ma la sperimentazione nei musei non è una novità. Da 30 anni sono luoghi di sperimentazione di forme ibride per rendere possibile la condivisione dell’arte attraverso esperienze aggiuntive e non sostitutive di quelle standard.

L’opportunità della presenza robotica nei musei non apre solo alla possibilità di rendere reale una visita a distanza ma crea alternative efficienti anche sulla gestione e organizzazione dei processi dell’istituzione museo.

Ad esempio, alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea, dove è in corso una sperimentazione di Double 3, è stato possibile utilizzare la presenza robotica durante uno scambio con il museo Marmottan di Parigi. “Le cabanon du Jourdan” di Paul Cezane è andato in Francia e “Le ponte japonais” è venuto in Italia. Double 3 ha permesso al curatore francese, che avrebbe dovuto viaggiare con l’opera, di collegarsi da remoto e di vivere in presenza tutte le procedure di accoglienza dell’opera nella nuova sede.

Come ha spiegato la dott.ssa Collu, direttrice della Galleria: “Le relazioni fra istituzioni culturali non possono essere sostituite da un robot, ma nemmeno interrotte in un periodo complicato come il post lock – down. Se il curatore non può viaggiare insieme all’opera data in prestito, la telepresenza gli permette di affidarsi ai colleghi del museo di destinazione, per monitorare le condizioni di sicurezza dell’allestimento.

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